Era una delle birre più attese del 2024… non ci dormivo la notte, finalmente è tempo di parlare della mia Belgian Single.
IL NOME
“Behind the Sun”
Il nome deriva dal al secondo album in studio del disc jockey e musicista britannico Chicane.
Essendo il Belgio la patria del più importante festival di musica elettronica a livello mondiale, il Tomorrowland, ho pensato di abbinare alle mie produzioni belghe il nome di album di musica elettronica. Non solo Rock!
Dato che le Single non sono birre propriamente “pesanti” a differenza dei classici esempi Belgi, ho scelto questo album caratterizzato da sonorità più “leggere”, da after-hours, da sottofondo che ammicca alla chillout e alla deephouse.. insomma, un bel album da ascoltare mentre si lavora, ma anche in certi momenti… insomma ci siamo capiti!
LA RICETTA
Come sempre sono partito dall’analisi dello stile, che per chi se lo fosse perso si può trovare al seguente link.
Dato che ho trovato decisamente molto più nelle mie corde la Extra di Westmalle rispetto alla Dorèe di Chimay, ho scelto di utilizzare il ceppo Westmalle.
Da secoli non usavo un liquido.. (bestemmia….), ma non avevo voglia di fare starter.. (doppia bestemmia…), quindi ho optato per il WLP-530 ABBEY ALE di White Labs, in formato Pure Pitch Next Generation, usato in purezza, senza starter.
Naturalmente prima di procedere all’utilizzo di questo lievito appunto “in purezza”, ho fatto tutti i conti del caso per essere sicuro di non andare in sofferenza.. Ne avevo già parlato in questo articolo di qualche mese fa.
Deciso il lievito ho cercato di tarare la ricetta provando a rimanere all’interno dei parametri BJCP raccomandati per lo stile provando a ottenere qualcosa di vagamente simile appunto alla Westmalle Extra. Essendo la prima volta con questo stile ho cercato di piazzarmi al centro dei range senza osare troppo.
In principio l’idea era di utilizzare solo Pilsner e destrosio, ma poi per dare un po’ di colore e un pizzico di sentore maltato/biscottato, ma proprio un minimo, ho deciso di aggiungere un 3% di Amber. In questo 2024, l’Amber lo sto mettendo un po’ dappertutto come il prezzemolo.
Il destrosio in un quantitativo abbastanza moderato è stato aggiunto in bollitura.
Per quanto riguarda l’ammostamento, mono step a 66°C per un’ora e infine, sosta di “finissaggio” a 72°C per 10 minuti per essere sicuro di aver finito la conversione. Per concludere, classico Mash Out a 77°C sempre per 10 minuti.
pH di ammostamento intorno a 5.3.
Per il luppolo mi sono affidato al più classico di tutti, il Saaz. Tre gettate tutte a caldo. Come primo tentativo ho evitato gettate in late-boil e a freddo.
Per quanto riguarda l’acqua, per esaltare maggiormente il luppolo e la secchezza ho optato per un rapporto solfati/cloruri intorno a 1.4, mantenendo calcio sopra i 50 ppm per favorire la pulizia e limpidezza.
Fermentazione affidata appunto al WLP-530 Pure Pitch Next Gen di White Labs, partendo da 17°C per limitare la produzione di sentori fruttati per poi alzare progressivamente verso i 23°C.
Carbonazione tramite rifermentazione a 2.8. Potevo osare di più, ma non amo personalmente le birre troppo carbonate e non volevo rischiare anche perchè ho avuto qualche problema nei passaggi da fermentatore a fusto. Rifermentazione con destrosio e lievito CBC di Lallemand.
I RISULTATI
Ricorderò per sempre, esageriamo un po’, il primo assaggio di questa birra.
Wow.. non credevo di essere riuscito a fare finalmente una birra belga degna di questo nome. In passato solo grandi delusioni.
Ma dato che non mi piace raccontarmela da solo, ma non avendo voglia di spedire, per avere dei feedback questa volta ho scelto un'altra strada. In occasione di BrewER Goes to Belgium (purtroppo o perfortuna già sold-out), ho lasciato una bottiglia di questa birra a tre giudici BJCP chiedendo appunto un riscontro decisamente più autorevole.
Per questo motivo voglio ringraziare molto Matteo Dada, Francesco Antonelli e Maurizio Romiti che si sono resi disponibili per farmi una scheda di questa birra.
La birra è stata decisamente molto apprezzata ricevendo come voti 35, 37 e 39.
Per rispetto verso i giudici, ma anche per aggiungere un alone di mistero, non svelerò a chi corrispondono i voti… resterà un segreto!
Sinteticamente, buona birra, con buon equilibrio e in stile. Elevata intensità nelle note fruttate con lo speziato più in secondo piano. Scarsa intensità aromatica dei luppoli e un leggero finale astringente rende la bevuta non perfetta.
Andando alla parte più interessante, cosa migliorare, tutti e tre i giudici concordano con la necessità di aumentare l’aroma di luppolo. Quindi è necessario spingere un po’ negli ultimi 10 minuti di bollitura o pensare di metter qualcosa in post-bollitura. Pareri discordanti invece sull’amaro. Apprezzati invece il grist e le componenti maltate come gli aromi speziati e fruttati donati dal lievito. Anche un po’ di bolla in più, ci può stare.
L’anno prossimo credo proprio che proverò a rifarla..