Dopo la “puntata” dedicata all’approfondimento dello stile American IPA ecco la mia ultima versione di A-IPA.
IL NOME
Il nome di questa birra è “The Battle of LA - vol.2”.
Il nome è un tributo al celebre omonimo album dei Rage Against the Machine, pubblicato nel lontano 1999. Album rap-metal (che vorrà dì…), a mio avviso PAZZESCO!!! Album, che da ragazzino ho letteralmente consumato, ricco di tracce storiche come Testify, Guerilla Radio, Sleep Now in the Fire e soprattutto la potentissima Calm Like a Bomb. Colonna sonora perfetta per un BrewDay!
Vol.2 perché è la seconda versione di questa birra (non ci voleva un genio per capirlo...).
LA RICETTA
L’idea di partenza era di avere una A-IPA con una luppolatura piuttosto “moderna”, con un bel mix tropicale-agrumato e una leggera nota resinosa nelle retrovie per rendere il tutto un po’ meno stucchevole.
In tabella un po’ di dati “progettuali” confrontati con i range dello stile:
Per il grist sono partito dalla versione Vol.1, con una buona base 50:50 di Maris Otter e Pilsner per avere una buona complessità. Per supportare il luppolo ho previsto un 5% di malto Monaco, quantitativo minore rispetto al passato, al quale ho aggiunto una piccola quantità di malto Amber, un po’ per aumentare il colore ma anche per cercare una maggiore profondità nelle note biscottate e di panificato evitando di virare verso il caramello (Crystal Bandito!!!)
Mash “ignorante” di casa FailBeer, 67°C per 50 minuti per far lavorare bene sia alfa che beta amilasi e pH tenuto nel margine più basso possibile (circa 5.2). Infine, sosta a 72°C per 10 minuti per essere sicuro di aver finito la conversione e Mash Out! a 77°C.
Per il Luppolo mi sono affidato al trittico che già avevo utilizzato nella Vol.1, che mi aveva dato delle belle soddisfazioni Citra – Mosaic – Idaho7. Sulla carta una combinazione di luppoli in grado di garantire un profilo aromatico piuttosto complesso.
from https://beermaverick.com/hops/hop-comparison-tool/
A questi ho aggiunto il Simcoe, che non utilizzavo da una vita, per cercare di aggiungere una leggera nota resinosa… che però non si è vista nel risultato finale. Insomma, me lo potevo evitare.
Nella spartizione dei luppoli, per ogni gettata, sono stato abbastanza democratico, un po’ per pigrizia un po’ perché non avevo in programma di mandarla a nessun concorso… quindi viva la vida!!!
In bollitura una micro-gettata da amaro a 60 minuti e una da aroma/sapore a 10 minuti, mentre a valle della bollitura ho previsto una gettata in hopstand a 75-80°C per una durata molto breve.
In passato facevo hopstand prolungati da 15-20 minuti, ma avevo l’impressione, che lasciando il luppolo libero in pentola anche durante il raffreddamento successivo, venisse fuori un amaro/gusto un po’ sgraziato. Come se globalmente il luppolo rimanesse troppo in pentola. Perciò ho provato a seguire il consiglio di un homebrewer più esperto di me, facendo la sosta per un tempo limitato, 5 minuti, ma lasciando comunque tutti i luppoli dentro il pentolone fino alla fine.
Per il dryhop, doppia gettata, la prima dopo due giorni per favorire le biotrasformazioni e la seconda a termine fermentazione dopo avere abbassato a 13°C per cercare un buon compromesso tra estrazione aromatica e limitazione del fenomeno dell’hop creep. Janish Insegna!!!
Per quanto riguarda l’acqua, sono partito da acqua in bottiglia in sconto al 50% al supermercato, corretta per avere un rapporto solfati/cloruri piuttosto bilanciato di 1.5 e un buon quantitativo di calcio per favorire la pulizia generale e la limpidezza.
Fermentazione affidata al Green Mountain di Atecnos, partendo da 18°C per concludere a 22°C. Carbonazione in spunding per 2.6 vol. di CO2.
I RISULTATI
Questa birra inizialmente non doveva andare a nessun concorso, era una birra brassata per l’estate, per le famose grigliate che non faccio mai… sadness…
Arrivato a fine agosto però ho avuto un feedback negativo da un amico… “sa tanto di piscio di gatto sta birra…” e quindi sono iniziate le paranoie. Perciò, visto che a me piaceva, ma l’idea del gatto non mi entusiasmava, l’ho mandata alla tappa Mobi di Villaggio Della Birra., nonostante sia fermamente contrario alla spedizione di birre in estate.
Risultato 37/50... più che buono!!!
Purtroppo le schede ricevute non sono molto complete e risulta difficile capire dove effettivamente migliorare. Direi impossibile. La cosa che mi ha stupito molto è che entrambi i giudici mi hanno dato un -1 per scarsa persistenza della schiuma, cosa che personalmente non ho mai riscontrato in nessuna bottiglia. Ho fatto anche una prova a posteriori ma anzi... il contrario… boh…
Altro difetto… segnalato però da uno solo dei due giudici, una leggerissima ossidazione, che può starci su una birra luppolata spedita in estate.
Aldilà di ciò, è una birra che mi è piaciuta molto, anche se la limpidezza era ben lontana da quella da me desiderata... “se non vedi dietro le dita godi solo a metà"
Sono invece rimasto particolarmente soddisfatto dell’intensità aromatica raggiunta, una vera esplosione tropicale. Anche troppo tropicale dato che la componente agrumata e resinosa è rimasta un po’ nelle retrovie. Una birra con luppolatura Moderna!!!
Altro aspetto positivo, il grist. In passato avevo avuto problemi di eccessiva dolcezza e stucchevolezza della parte maltata, che in questo caso non ho trovato, anzi il bilanciamento, come segnalato dai giudici era più che adeguato.
Sicuramente è una birra che rifarò, probabilmente migliorabile studiando al meglio dove e quando inserire i vari luppoli in base alle caratteristiche di ognuno, evitando l’approccio democratico. Inoltre un pizzico di amaro in più ci può stare, oltre che una maggiore attenzione nell’imbottigliamento.
Ne riparleremo l’anno prossimo... le ultime cotte del 2023 non saranno birre luppolate... anzi... ma ne riparlerò nella prossima puntata.