La birra è un mondo in fermento (è proprio il caso di dirlo!). Nuovi stili nascono, si evolvono, si mescolano, a volte muoiono, e poi se c’è di mezzo il luppolo… c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra gli stili più moderni c’è sicuramente, la New Zealand Pilsner che si è fatta notare per il suo carattere unico e inconfondibile (più o meno).
Dire che ne ho bevute molte, sarebbe una bestemmia, ma qualcuna per le mani mi è capitata, e sono sincero la bevuta è comunque affascinante. Qualcuno potrebbe dire, che in realtà non è nulla di nuovo e straordinario, altri che si tratta di birre rivoluzionarie, sta di fatto che comunque voi la pensiate, queste birre in un modo o nell’altro ci portano a livello aromatico in capo al mondo.
A differenza di birre con secoli di storia, la New Zealand Pilsner è una "giovane" promessa. La sua nascita è legata a doppio filo con i luppoli neozelandesi, che hanno aromi davvero speciali, direi unici. Fino a qualche anno fa, la Nuova Zelanda era famosa per… probabilmente nulla a parte il rugby, ma con l'arrivo di luppoli con nomi bizzarri come Nelson Sauvin, Motueka e Riwaka etc… si è fatta decisamente notare.
Questi luppoli, con le loro note fruttate, agrumate e a volte "vinose", hanno dato ai birrai un'occasione d'oro: rivisitare un classico come la Pilsner in chiave moderna e super aromatica. Così, a partire dagli anni '90, alcuni birrifici neozelandesi hanno iniziato a sperimentare, usando questi luppoli a piene mani per creare birre fresche, dissetanti e piene di profumo.
L'influenza del movimento craft americano, con la sua passione per i luppoli aromatici, ha dato poi una bella spinta alla diffusione di questo stile. In poco tempo, la New Zealand Pilsner ha fatto breccia nel cuore di molti appassionati e birrai di tutto il mondo, dimostrando che l'innovazione e l'uso di ingredienti locali possono fare la differenza.
Per capire cosa rende speciale questa birra, tocca come sempre dare un occhio al BJCP, dove le New Zealand Pilsner sono… dove sono???
Ultima pagina… in panchina, all’interno dell’appendix B.
“Questa appendice contiene descrizioni di stili presentate da giudici BJCP locali o birrai all'interno di un singolo paese o regione per stili emergenti di importanza locale che potrebbero o meno avere una popolarità più ampia”
Mah.. andiamo comunque a cercare le caratteristiche principali
medio-basso tenore alcolico tra 4.5% e 5.8%;
densità Iniziale tra 1.044 e 1.056;
amaro da medio a medio-alto ma ben bilanciato dalla dolcezza del malto IBU Tra 25 e 45;
birra di colore dorato chiaro, limpidissima a schiuma bianca;
luppolo in primo piano, obbligatoriamente neozelandese, con profumi di frutta tropicale (passion fruit, mango), agrumi (pompelmo, lime) e a volte (più che spesso) sentori che ricordano il vino bianco Sauvignon Blanc (soprattutto con il Nelson Sauvin);
il malto si sente, ma fa un passo indietro, con note di pane/cracker;
corpo medio, sensazione in bocca morbida
carbonazione da media a medio-alta;
birra rinfrescante, da bere con l’imbuto.
Equilibrio spostato verso l’amaro con rapporto BU:GU tra 0.5 e 0.9.
In poche parole, una New Zealand Pilsner è una birra chiara, fresca, dissetante e con un profumo che sa di luppoli neozelandesi a go-go.
Per fare una buona (ci si prova) New Zealand Pilsner in casa, gli ingredienti sono fondamentali.
La base non può che essere è il malto Pilsner, che dà il tipico colore chiaro e il sapore di cereale, ma si possono aggiungere importanti quantità di malto pale o piccole quantità di malto Vienna, Wheat o Munich per dare un tocco in più. Con il Munich nel caso meglio stare molto bassi. Crystal e parenti meglio evitare, se non il Carapils a chi piace. Ammostamento mono-step a temperatura non troppo alta, 65-66°C può essere l’approccio consigliato.
Per i Luppoli: Qui si gioca la partita. I luppoli neozelandesi sono un must. Ce ne sono tanti ma tra i più usati ci sono il classico Nelson Sauvin con sentori a di uva spina, passion fruit e vino bianco, il Motueka lime, agrumi e frutta tropicale e il Riwaka pompelmo, passion fruit e un tocco resinoso.
Il luppolo deve essere ben presente sia in amaro che in late boil, mentre il dry hopping può da una parte dare un tocco ancora più aromatico dall’altra, il troppo, potrebbe portare nel mondo delle India Pale Lager (altro stile che non esiste) o in generale nel variegato mondo IPA. Da valutare con cautela. Inoltre i sentori più verdi ed erbacei del luppolo a freddo possono scontrarsi con la delicatezza dello stile. Astringenza è proibita!
Per il lievito, poco da dire Lager pulito, di ceppo tedesco o ceco, è perfetto. Anche i classici Novalager di Lallemand e W34-70 di Fermentis van più che bene. E’ una lager, quindi pitch rate, temperature e razzi e mazzi devono essere da lager.
Bollitura prolungata vista l’utilizzo di pilsner e la bassa fermentazione, per evitare il DMS, che in piccole concentrazione è comunque accettabile. Ma meglio evitare.
Un'acqua con un profilo bilanciato o con leggeri spostamenti versi i cloruri o i solfati ,a discrezione, può essere la strada adeguata. Fondamentale il calcio. La birra deve essere limpida!
In conclusione questa NZ pilsner è sicuramente una birra originale, una rivisitazione moderna di un classico, con un tocco unico.
E’ una birra che si beve che è un piacere. Nonostante l'amaro, è molto dissetante e facile da bere. Insomma una birra che può piacere anche ai bevitori meno esperti che possono essere colpiti dal fascino di questi aromi originali diversi dal solito.
Insomma, la New Zealand Pilsner è una birra che incarna lo spirito innovativo del mondo craft, dimostrando che con ingredienti speciali e un po' di creatività si possono creare birre fantastiche. Un vero viaggio sensoriale che ci porta direttamente dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda.